Tutti colpevoli

Non era mia intenzione scrivere un post sul tema della tragica morte di Gabriele Sandri, ma un lettore mi ha ricordato che avevo già scritto qualcosa in Febbraio in occasione della morte di Filippo Raciti (complimenti…ottima memoria). Allora chiudevo il post riservandomi di ritornare sull’argomento in momenti “migliori”… momenti, che purtroppo non sono mai arrivati. Domenica non ho seguito in tempo reale il susseguirsi dei fatti; le mie osservazioni prendono spunto dai giornali letti oggi ed i notiziari radiofonici e televisivi di questi due giorni. Conclusione? Siamo tutti colpevoli! Le mie parole potranno sembrare eccessivamente forti ai più e per questo, se permettete prova a spiegarne le mie motivazioni. Sono colpevoli lo Stato, le forze dell’ordine, le autorità sportive, i dirigenti sportivi, i calciatori e i loro manager, le tifoserie organizzate e non, i gestori del merchadising, i gestori degli stadi, la stampa scritta e televisiva, gli opinionisti, gli sponsor, le famiglie dei tifosi, io e tutti quelli che in questo momento non ho iscritto in questo breve elenco. Siamo tutti colpevoli perché non possiamo continuare a dire e scrivere belle parole sull’idealismo e la bellezza del gioco del calcio quando sappiamo benissimo che interessi economici e non, frustrazioni e “ideali” non ben definiti prendono gli stadi (anche quelli piccoli) come zona franca dove esprimere la “loro” interpretazione di sport. Scusate… ma sono veramente stanco, non mi riconosco più in questo mondo che da sempre la colpa di tutto quello di brutto che succede a qualcun altro. Sono stanco delle parziali ammissioni di colpa che finiscono sempre con un “si però…”. Amavo questo sport in modo puro. Seguivo da piccolo tifoso le vicende di una squadra minore del cacio Italiano nelle sue altalenanti fortune tra serie A, B e C (troppo facile essere tifoso di una classica grande). Mi piaceva giocare pure al fantacalcio con il gradevole mondo-parallelo dei calciatori di serie A mescolati in squadre immaginarie. Mi piaceva… ora il tutto semplicemente m’irrita. Mi auguro che qualcuno finalmente abbia le palle e la forza per staccare la spina a questo mostro che ci ostiniamo a chiamare sport.

Febbraio 2007…Novembre 2007… scommettiamo che tra qualche mese dovrò scrivere il terzo capitolo di quest’amara saga?

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6 commenti

  1. Chi si presenta allo stadio con casco e sciarponi fin troppo abbondanti parte già con l’idea di cercare guai e provocazioni. certe tifoserie poi hanno un odio innato verso la polizia. li ho visti personalmente cercar la rissa ignorando del tutto la tifoseria dell’altra squadra.

  2. Dolore e niente più.
    Se quella pallottola avesse colpito un automobilista di passaggio di cosa staremmo parlando oggi?

  3. Sono d’accordo con te… è un sociale che sarebbe tutto da rifondare! ma facile è dirlo… farlo… meno! La cosa scioccante, per me, è stato vedere come la violenza ha approfittato della violenza per esprimrsi al peggio… l’omicidio, seppur ancora da chiarire, non mi pare fosse correlato direttamente al calcio…
    Io non vado mai allo stadio perchè non è un ambiente che mi si confà… ma al di là di tutto.. il problema è che manca la volontà… da parte di quasi tutti..
    temo che leggerò il terzo capitolo….
    ciao

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