FORSE TU SI’ – Francesca Bertoldi
Cento perline variopinte
Le braccia chiare, venate d’azzurro, abbandonate sulle cosce
smunte leggermente allargate, non ce la fanno a salire fino alle
tempie che ti dolgono tanto, e i piedi sbuffano e traboccano
gonfi dalle pantofole schiacciate sul dietro dai calcagni dolenti
di calli duri e spinosi.
Piccola, sola, tutt’ossa, riesci appena ad allisciarti il grembiule
color vinaccia ancora inamidato, ultimo residuo del tuo esiguo
corredo, e con gli occhi alla finestra, alla quale è sapientemente
accostata la tua seggiola sbrindellata come il tuo volto
bianco, spii la vita che passa e esulta e palpita di mille germogli.
Ma è fuori… pensi, e a te non restano che gli occhi stanchi,
bruciati dal sole della vecchia campagna che indugiano lenti e
avidi sulla strada dominata dal mercato rionale come l’occhio di
una cinepresa, continuamente in bilico tra complicità e distacco;
e le mani piccole e dolenti non ce la fanno neppure a scostare
la tendina di cento perline variopinte.
Ma ci ha pensato Sonia prima di salutarti in fretta, l’ha spostata
e fissata al gancio sul telaio della finestra e la luce dorata
del primo pomeriggio ha invaso la stanza proiettando la sua ombra
che aveva appena cominciato ad allungarsi avvolgendoti in
un colore caldo.
Ti sei girata a salutarla ancora con gli occhi inondati di luce.
Sì, ci ha pensato Sonia. Lei s’è tirata fuori da qui. Con la fatica
tua ce l’hai fatta a risparmiarla a lei, come dovuto.
La strada è la tua vita, la passione di scrutare la gente studiandone
i tratti per intuirne la storia non è mai sfiorita. Ma
adesso le storie affiorano come immagini in bianco e nero.
Verrà la badante, triste figura di questa nuova società avara
d’amore e quando arriverà farà le stesse domande, petulante,
impertinente e sbufferà perché non troverai la forza né la voglia
di risponderle, ma solo di ingoiare lacrime tonde che sembrano
dure come le pillole che prendi mattino e sera, e in quanto a
lei… lei tornerà, forse domani, o dopo, a controllare se tutto va
bene. Ora la giovane russa, seccata dal tuo silenzio, con un gesto
nervoso ti avvicina di più ai vetri che si appannano del tuo fiato
stanco e affannato, e tu in quella nuvoletta di respiro vedi affiorare
i contorni di una donna giovane e fiera che, le spalle erette
coperte dai lunghi capelli fiammeggianti gonfie di vanità e
d’orgoglio, la generosa curva dei fianchi che si muove oscillante,
attraversa la strada spingendo la carrozzina azzurra lucida e
infiocchettata che ti prestava la sora Teresa solo quando scendevi
in paese. Lucida e piena di bimba e di trine sulle ruote alte,
come andavano allora.
Poi avverti la presenza della giovane ancora dietro di te.
Esitando appena ti giri piano, il volto sollevato sulle labbra
increspate che disegnano un lieve sorriso.
La guardi negli occhi e pensi: Ma tu, dimmi, un cuore ce
l’hai?
Forse tu sì.
Francesca Bertoldi ha recentemente pubblicato il libro Forse tu sì (Storie minimali). “Cento perline variopinte” è un estratto da questa pubblicazione.
è veramente una bella sorpresa…grazie mille! 😆
Ma questo non è uno dei tuoi normali 100 Righe, è una primizia!
In bocca al lupo a Francesca per il libro.
ps: Caigo, stiamo aspettando la seconda parte di “belle di notte”. 😉
@ francesca: Grazie a te per il bel lavoro.
@ leonardo: Uffff!!! Avviso a tutti i “maniaci sessuali” che frequentano questo blog…abbiate pazienza, tra un po’ la pubblico! 🙄
Sembra interessante, prendo nota del consiglio di lettura. Buon inizio di settimana!
Un’istantanea che coglie con piglio asciutto e senza stucchevoli sentimentalismi una realtà tristemente diffusa.
Ciao 🙂
Grazie filo 🙂