Aboliremo la proprietà intellettuale?
Sul sito LA STAMPA.it e possibile guardare una breve video-intervista all’economista Michele Boldrin in occasione della presentazione del libro “Abolire la proprietà intellettuale”.
Si parla di giornalismo, blog, progresso (esempi come il passaggio dalla candela alla lampadina) e si cita pure il “prezzemolino” Berlusconi.
Possiamo condividere o meno il pensiero di Boldrin [ scheda su Wikipedia] ma di sicuro questi 4 minuti di video offrono un buon materiale su cui riflettere.
Link al Video.
Mi sembra di vederti gongolare.
Ricordando i tuoi cattivi rapporti con il giornalismo ed i ‘guadagni sul web’ immagino tu sia d’accodo con Boldrin.
@ leonardo: Gongolare forse è eccessivo ma trovo “confortante” che alcune mie convinzioni trovino eco presso qualcuno che sicuramente ne capisce più di me in materia….
Sallusti che difende il suo datore di lavoro! 😆
Ok il progresso, il contadino usava la zappa ed oggi usa il trattore, ma pensi sia veramente possibile modificare il giornalismo come dice Boldrin? Immagino che le inchieste giornalistiche abbiano anche dei costi, non credo che un giornalista possa vivere del grazie dei suoi lettori.
Si, internet ha cambiato tante cose, anche il modo di lavorare. Se poi questo progresso ci sia, non so, ne capisco poco per rispondere in modo deciso.
@ paolo: Grazie per il bel video.
@ Sig Giovanni: Nel video Boldrin cita gli editorialisti. E’ questa figura in particolare a “subire” il cambiamento, chi scrive nei blog (in questo caso anche tu con il tuo commento) da il suo contributo nel “parlare” delle cose che accadono nel mondo.
Ci sono persone con maggiori capacità di scrittura, di sintesi, di analisi… e ovvio che queste sono in grado di emergere dalla massa ed è quindi giusto che il loro lavoro venga riconosciuto. Per quanto riguarda il giornalista d’azione, quello che fa le inchieste, concordo con te, non dovrebbe cambiare molto.
@ mex: Solo il tempo certifica il vero progresso.
Da questa postazione mi è preclusa la visione dei video ma, considerando il titolo… se si escludono i diritti di autore, legati al vile denaro… il pensiero e le opere positive di chiunque dovrebbero essere patrimonio dell’umanità. Un saluto!