La pubblicità è l’anima del commercio? Forse. Di sicuro è lo specchio della società e dell’epoca che la vede protagonista.
Oggi i pubblicitari non fanno nulla per caso, tante volte capita di vedere manifesti o spot di dubbio gusto in grado di farci indignare ma se poi ci pensiamo bene arriviamo alla conclusione che (probabilmente) il loro obbiettivo era proprio questo, darci uno schiaffo emotivo per attirare la nostra attenzione.
Ma facciano un salto nel passato, diciamo di qualche decina d’anni, le pubblicità che oggi ci urterebbero i nervi, erano “figlie” di qualche mago della comunicazione dell’epoca o, come ho detto all’inizio, erano lo specchio della società dell’epoca?
Vi faccio qualche esempio.
Prima immagine: Anni 30. Pubblicità di un produttore di candele per auto. Il protagonista è un piccolo lustrascarpe di origine afro-americana. L’uomo è rappresentato come una piccola scimmia. Sembra che all’epoca fosse “consuetudine confondere le due figure”.
Seconda immagine: Anni 30. Pubblicità di un’azienda produttrice di sapone. La bambina bionda chiede alla bambina afro-americana «Perché la tua mamma non ti lava con fairy soap?» sottintendendo che l’altra non si lavi (nero = sporco).
Terza immagine: Anni 50. Pubblicità di una bottiglia di ketchup e il suo nuovo tappo semplificato. Le parole «Vuoi dire che una donna può aprirla?» non lasciano molti dubbi sul concetto d’intelligenza attribuito alle donne dell’epoca.
Quarta immagine. Anni 50. Pubblicità di una cravatta. Lo slogan «Mostrale che è un mondo di uomini» e l’immagine di lei in ginocchio che serve il caffè sono tutto un programma.
Quinta immagine. Anni 50/60. Pubblicità di maglioni. Due uomini stanno parlando sulla cima di una scogliera mentre una donna penda da una corda sotto di loro. Il manifesto evidenzia la frase «Gli uomini sono meglio delle donne».
Sesta immagine. Anni 70. Concludiamo in bellezza con un manifesto che vede reclamizzare un tessuti sintetico e una marca di pantaloni. Lo slogan dovrebbe suonare più o meno come «È bello avere una ragazza che gira per casa». Contenta lei…
Avrei quasi voglia di sputare sul monitor.
Primitivi!
La stupidità umana ed il razzismo, non hanno tempo!!!!
Ciaooooooooooooo bel tosoooooooo, sono assente ma non mi scordo di te 🙂
Buona serata, strucon 😉
Gentile mex… le ricordo che Lei è una signora! 😀
@ gilda: Ciao bella! Aspettiamo presto tue notizie!
Mex è una signora, io no. Lo faccio al posto suo.
PTUH!!!!!! 😛
Nella terza immagine c’è un fondo verità. Mia moglie mi fa sempre aprire tutto, dalla bottiglia dell’olio alla scatoletta di tonno.
ps: pubblica rapidamente altri articoli in modo che questo mio commento finisca lontano lontano. LEI potrebbe leggerlo. 😎
@ zago: Da te ovviamente me l’aspettavo.
Ma lo sputo si scrive “ptuh”? Boh…
@ Sig Giovanni: Non ti viene il sospetto che lo faccia per non farti sentire inutile in cucina? 😉
Pubblicare nuovi articoli per coprirti? Vediamo….. potrei prendermi 5 o 6 mesi di pausa. Che dici? 😛
Queste pubblicità sono veramente irritanti. Purtroppo però specchio di un epoca non molto lontana.
il sig giovanni finirà per mettersi nei guai con sua moglie, ne parla spesso e sembra perennemente in fuga 🙂
@ semplice: Sembrano lontane nella forma, nei prodotti reclamizzatati ma in effetti i contenuti sono (purtroppo) comprensibili anche oggi.
@ paolo: Giovanni e signora sono dei burloni. Lui scrive ma lei è li accanto…e suggerisce. 🙂
Grazie zago! 😀
Ah ah ah! Che miseri mezzucci per combattere l’emancipazione femminile!
Poi si contestavano le femministe , streghe arrabbiate ed esagitate… Alcune pubblicità odierne, che si possono segnalare, mi pare siano non piu’ razziste, ma sessiste. A mio parere offensive perlopiù degli uomini, che passano per allocchi da attirare solo con attributi femminili in bella mostra o slogan seducenti.
O no?
@ Diana: Mezzucci proporzionati ai cervellucci. 😉
@ Skip: In effetti noi maschietti non ne usciamo bene dalle pubblicità più recenti.
Mi vengono in mente quegli spot di profumi dove l’ometto di turno resta con un palmo di naso mentre la bella se ne scappa via….