Storie

La prima guerra mondiale vista dal mio bisnonno

Cavalleria prima guerra mondialeSono passati cent’anni dall’inizio della prima prima guerra mondiale e, com’è ovvio che sia, stampa e televisione stanno dando ampio spazio a celebrazioni, ricostruzioni, fiction, ecc.., un sacco di materiale che ci sta riempiendo la testa d’informazioni (va bene) e alimentando vecchie ruggini (meno bene) tra chi sostiene questa o quella teoria su colpe e ragioni che hanno portato allo scoppio della guerra. È la solita vecchia storia, la stessa che ci porta a discutere su tutte le tragedie che hanno travolto l’umanità facendoci schierare, spesso solo ideologicamente, dalla parte di uno dei contendenti.
Io non ci metterò del mio, un sacco di gente è più brava e sicuramente più preparata di me sull’argomento, mi limiterò a raccontare una storia, la storia di Giovanni.
Giovanni era il mio bisnonno, anzi sarebbe quasi meglio dire il mio “bis-padre” perché abbiano sempre vissuto nella stessa casa e quand’ero piccolo, con mamma e nonna impegnate al lavoro, spesso si è pure occupato del cambio pannolini del sottoscritto.
Giovanni era un uomo duro, forgiato da una giovinezza bruciata dalla guerra e da una maturità condizionata dalla responsabilità di mandare avanti una famiglia numerosa e difficile (mio nonno e i suoi fratelli in gioventù non erano facili da gestire) in anni dove la povertà era di casa in quasi tutte le case.
Morì, ancora pienamente lucido all’età di ottantaquattro anni, io ne avevo già diciassette ed è per questo che ne conservo un ricordo molto vivo.
Ricordo in particolare il periodo dei miei tredici anni quando, affamato di sapere, lo tormentavo perché mi raccontasse della guerra. Lui non amava parlare del suo passato, preferiva parlare quasi sempre in terza persona, raccontando episodi capitati ai suoi amici di gioventù.
Mi parlò dei lunghi mesi in trincea. Italiani da una parte, Austriaci all’altra. Ragazzi di vent’anni mandati al fronte senza sapere per chi o per cosa dovessero combattere. In quei lunghi mesi di stallo capitava che tra i due schieramenti si stabilisse una tregua non scritta ed a volte pure delle piccole amicizie. Di notte, qualcuno arrivava a raggiungere la postazione nemica per scambiarsi sigarette o liquori, questo andava avanti finché il comando non scopriva la cosa e “rimescolava” le truppe. Una notte ti trovavi davanti ad un nuovo nemico e finiva a pugnalate.
Mi parlò della stupidità e dell’impreparazione dei nostri alti ufficiali. La prima guerra mondiale fece coincidere lo sviluppo di nuove tecnologie militari e l’uso di vecchie strategie. I soldati Italiani venivano fatti avanzare come all’epoca delle guerre del risorgimento ma di fronte a loro c’erano delle più moderne mitragliatrici. Una carneficina! Capitava che gli Austriaci gridassero «Tornate indietro! Tornate indietro!» e se queste erano le parole del nemico è facile comprendere cosa vedessero i loro occhi.
In un’unica occasione mio bisnonno raccontò un episodio che lo vide direttamente protagonista.
Lui stava in cavalleria, un giorno il suo (giovane) ufficiale raduna la truppa e spiega loro che è arrivato l’ordine di forzare le truppe nemiche per proteggere la ritirata della fanteria. Sciabole e cavalli al galoppo contro le mitragliatrici.
Sopravvissero in cinque.
Il mio bisnonno terminò il racconto con la voce rotta dall’emozione, terminarono anche le mie domande, mi resi conto che la ferita era ancora aperta. Basta.

21 pensieri riguardo “La prima guerra mondiale vista dal mio bisnonno

  • franco ruggeri

    Sei fortunato ad aver conosciuto tuo nonno, non c’è libro di storia che possa reggere il confronto.

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  • Caspita! Tu si che non hai mezze misure! Passi da un tema scherzoso come quello delle bionde in suv alle testimonianze di guerra. Complimenti! Non é da tutti.

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  • Sei un grande! 😀 dopo 4 anni ti sei ricordato di me, ormai non ci contavo, anzi, non ci pensavo più a questo post su tuo bisnonno.
    Grazie di cuore, veramente.

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  • @ franco ruggeri: Lo so.
    @ mex: Non era una canzone? 🙂
    @ marzia: Lo faccio da sempre, mi viene così… sarà un effetto del mio carattere. 😉
    @ leonardo: Dovremmo ringraziare anche il plugin che gestisce gli articoli correlati.
    Ha creato un collegamento a “Oggi il Piave mormora” e li sei saltato fuori tu con il tuo commento. Avvisarti è stata la conseguenza logica.

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  • L’estate scorsa sono stata sulle trincee dell’Ortigara dove avvenne, proprio in questi ultimi giorni di giugno del 1917, la battaglia in cui morirono 28.000 soldati italiani. Tra loro ce n’erano anche molti provenienti dalle mie parti. Mio nonno perse un occhio nella guerra del 15-18 .Salut

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  • Mio nonno Battista invece raccontava spesso e volentieri di quando era stato travolto da una valanga sulle Tofane e di come si sia salvato, sparando una fucilata, per segnalare la sua posizione.
    Siccome io ero ancora piccolino, mi immaginavo la valanga come un’enorme palla di neve che rotolava velocemente a valle. E dalla grossa palla sporgeva il braccio del nonno armato di moschetto con baionetta inastata.
    Era la solita storia, ma per noi nipotini era una storia infinita: infatti non ho mai saputo come e dove si sia fermata la valanga con dentro il nonno.

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  • ELISA MIRABELLA

    Questo racconto di guerra, basato sulle confidenze del tuo bisnonno sono una bella testimonianza di un brutto periodo storico, che sconvolse le vite di molte persone. Speriamo che, nonostante tutti i problemi esistenti nel presente, l’Italia non sia mai più coinvolta in un conflitto mondiale. Auguriamoci, inoltre, che chi rappresenta il popolo lavori sempre meglio per consolidare i concetti di tolleranza e di pace fra tutti gli esseri umani.

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    • La storia dovrebbe insegnarci a non ricadere negli errori del passato.
      Speriamo bene.

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  • @ Filo: Conosco la zona, fa sempre un certo effetto passarci.
    @ il THeO: Un’immagine da Domenica del Corriere. 🙂
    @ stregamorgause: Vita vera streghetta, penso sia giuro condividere e far conoscere queti “pezzi di storia”.
    @ Sig Giovanni: Ti ringrazio.

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  • Sei stato fortunato ad aver conosciuto tuo bisnonno, io a malapena ricordo i miei nonni e dentro di me sento che mi manca qualcosa, le mie origini.

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  • Scommettiamo che arriverà qualcuno a dirti “non si sono stati morti nella prima guerra mondiale”. 😐

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  • @ Mara: Così la storia non è mai noiosa.
    @ getrotal e ReAnto: Si mi sento fortunato, i “nostri vecchi” ci trasmettono ricordi e sensazioni che non hanno paragoni.
    @ dexter: Negazionismo pure qui? Non mi stupirei!

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  • La Grande Guerra doveva essere l’ultima di tutte le guerre, per la strage che provocò ( 34 milioni di morti), e invece sappiamo bene com’è andata.

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  • @ semplice: …e come ripeto sempre “dalla storia non impariamo nulla” 🙁

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  • Anche mio nonno fece la prima guerra mondiale e raccontava esperienze dure. Aveva anche scritto un quaderno con tutta la sua storia, perché in un primo momento non gli avevano voluto riconoscere il titolo di Cavaliere di Vittorio Veneto, a lui che, granatiere di Sardegna, si era fatto tutta la guerra in prima linea. Purtroppo, quando poi il titolo gli fu riconosciuto, buttò via il memoriale. Sarebbe stato bello farlo leggere ai miei figli.

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    • Un memoriale senza prezzo.
      Pensa, è da un po’ che volevo pubblicare questo post ma l’ho sempre rimandato perchè non trovavo la foto di mio bisnonno vestito da cavaliere. È una foto preziosissima che che stranamente e scomparsa 🙁
      Spero di ritrovarla e poterla condividere…prima o poi.

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