Diario di uno stupratore

Fotogramma dal videoclip di Kate BushNegli ultimi mesi ho avuto modo di tornare saltuariamente a coltivare una mia vecchia passione, ascoltare la radio di notte (un vero lusso!). Altra musica, altri ritmi, ma sopratutto altri programmi. Per rendere l’idea di quello che intendo dire posso raccontare un episodio di tanti anni fa.
Ricordo che me ne stavo a letto, cuffie “inforcate” sulla testa e telecomando puntato sullo stereo a caccia di brani musicali quando, scorrendo stazione su stazione, ad un certo punto mi bloccai sul dialogo tra due persone. Al momento mi sembrò una normale intervista ma bastò poco per scoprire che c’era di più.
Giacomo Battiato (l’intervistato) stava “raccontando” una storia o meglio, una sceneggiatura, in un modo decisamente inusuale, diciamo paragonabile ai vecchi sceneggiati radiofonici. Si trattava in realtà di un monologo (titolo: Diario di uno stupratore) interrotto di tanto in tanto da dei brevi interventi dell’intervistatore ma il tono recitato e le basi musicali (più canzoni) inserite ad arte rendevano il tutto estremamente coinvolgente.
Protagonista della storia è un ragazzo in apparenza normale ma in realtà chiuso in se stesso e convinto di non piacere alle ragazze. Unica sua passione, e fissazione, l’uso di una videocamera che usa per riprendere, ma anche spiare, la vita altrui, in particolare quella della gente che vive e lavora nell’edificio di fronte alla sua casa.
La sua fissazione prende di mira una giovane che lavora in uno studio dentistico e arriva al culmine quando una sera scende in strada e la violenta brutalmente lasciandola svenuta sul selciato. Una volta rientrato in casa viene colto dal rimorso, chiama l’ambulanza e torna giù a soccorrerla.
Lei non lo riconosce e tra i due nasce una forma d’amicizia che nel tempo si trasforma in amore. Un amore che però non guarisce la patologia del ragazzo il quale arriva a violentare una seconda ragazza che in questo caso lo riconosce ma non lo denuncia.
Forse preso da una forma di onnipotenza tenta un nuovo stupro nei confronti della prima ragazza che sconvolta si da alla fuga. Interviene la seconda che lo uccide con un colpo di pistola.
Ora il mio riassunto è sicuramente fin troppo schematico e freddo ma posso garantire che la versione radiofonica di questa sceneggiatura fu perfetta tanto che già pregustavo l’occasione di andare al cinema a vedere questo bel film.
E qui arriva la beffa. Battiato al termine del racconto conclude con una frase che suona più o meno così: «Vi e piaciuto? Bene, sappiate che questo film non si farà per mancanza di fondi e cose varie…».
Ci rimasi male, ma la cosa assurda è che in seguito (credo dopo un paio d’anni) il film usci con il titolo “Cronaca di un amore violato” e si rivelò un mezzo flop. Non lo vidi al cinema ma in televisione dopo qualche tempo.
Opinione? Forse ascoltando la versione radiofonica mi ero fatto un film tutto mio, un po’ come quando leggiamo un romanzo ed in seguito andiamo a vederne la trasposizione cinematografica, le aspettative spesso vengono disattese. In sostanza una delusione.
L’unica cosa rimasta uguale, intensa e meravigliosa, è stata la scelta della canzone che accompagna la storia fino al suo epilogo.
This Woman’s Work di Kate Bush.

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11 commenti

  1. Deve averti veramente colpito questa specie di sceneggiato radiofonico. É un formato che non conosco, é paragonabile agli audiolibri?

  2. He he! Che soddisfazione conoscere in anteprima i temi dei post che pubblicherai. 😀
    A quando il post sul grande Lucio Dalla?

  3. La trama mi ricorda molto un episodio di low e order: unità vittime speciali.

  4. @ Getrotal: Mi cogli impreparato perchè non ho mai ascoltato un audiolibro.
    Un sceneggiato radiofonico viene “recitato” da più autori, c’è una voce narrante che descrive le situazioni in atto e spesso vengono aggiunti anche i rumori di fondo (auto in corsa, vento, spari,ecc…).
    @ Sig Giovanni: Te ne approfitti eh!
    Preciso che non si tratterà di un post su Lucio Dalla ma sulle canzoni in genere ed userò un paio di pezzi famosi come esempio. Sii paziente.
    @ Semplice: La serie che citi è più recente. Chissà se si tratta di una pura coincidenza o si sono effettivamente ispirati al lavoro di Battiato.

  5. Ricordo il film, la protagonista era Isabella Ferrari e mi sembrava fuori posto nel suo ruolo. Ha fatto di meglio.

  6. @ vikibaum: Le premesse per un gran film c’erano tutte. Ciao 😉
    @ franco ruggeri: Anche tu ti unisci al coro, un’opinione comune ormai.
    @ mex: Fantastica. Forse è per questo che quella notte mi si erano rizzate le antenne mente ascoltavo la radio.

  7. Gli sceneggiati radiofonici hanno un fascino particolare. Ricordo un periodo in cui lì facevano su Radio 2 al mattino e lì ascoltavo in macchina. Ce n’erano di bellissimi.

  8. E’ un tema delicato, forse non è così facile renderlo al meglio in un’opera di fantasia come un film

  9. @ meninasallospecchio: Al mattino non ho mai avito la possibilità di ascoltarli, mi capitava nel primoo pomeriggio (repliche?). Comunque molto piacevoli.
    @ Paolo: Certamente. Poi resto dell’idea che gli attori legassero poco con i personaggi assegnati.

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