Batti cuore inquieto.
Da qualche giorno Graziano si sentiva “strano”. Una sensazione di torpore insistente, un dormire la notte senza veramente riposare, una gran pesantezza allo stomaco…in effetti uno che si auto-definisce una buona forchetta ogni tanto tende ad esagerare e pagarne qualche piccolo prezzo. Quel mattino il suo capo reparto gli aveva detto: – “Hei Graziano! Ti vedo un po’ pallido oggi. – “Che ci vuoi fare, questa notte ho dormito poco. Arrivato ai cinquant’anni dovrei piantarla con polenta, salame e vino rosso a go-go, ma e arriva l’amico! E arriva il fratello! E arrivo il cugino! Non è mai finita!:-)” – era stata la risposta. – “Ok”- disse il capo reparto. –“Oggi prima del giro programmato dovresti passare all’impianto di Via …. Il cancello elettrico non funziona più, è meglio se lo controlli”-. Graziano da buon manutentore-elettricista prese i suoi attrezzi, li caricò nel furgone e si recò all’impianto. Lì posizionò la sua attrezzatura ed iniziò a cercare il guasto al cancello o meglio, alla centralina di gestione dei radiocomandi… il problema era già noto, semplicemente era arrivato il momento d’affrontarlo. Dopo qualche minuto i colleghi dell’impianto lo invitarono a bere un caffè. – “ Ragazzi, ma sono appena arrivato!”- “ E noi che ci possiamo fare se tu arrivi proprio quando la moka è sul fuoco…non rompere e vieni a bere.”- Fu la risposta. Graziano bevve il caffè più disgustoso della sua vita…una sensazione di bruciore al petto ed una specie di raspa che saliva su e giù appena sotto la gola lo colse. Non disse nulla e ritornò al suo lavoro dal cancello. Passarono i minuti ma quello strano malessere non voleva saperne d’andar via, così decise di fermarsi un attimo e si sedette sul muretto dell’ingresso. Dopo qualche istante arrivò un’auto; a bordo c’era Lorenzo che aveva appena terminato un giro di controllo e rientrava all’impianto. Si fermò, apri il finestrino, guardò Graziano e disse -“Dai ciccio…sali in auto che andiamo a fare un giro”- Graziano si alzò e salì in auto come un automa, al momento ancora non se ne rendeva conto e sicuramente non ricordava che Lorenzo aveva (purtroppo) un occhio allenato nel riconoscere i sintomi di un attacco cardiaco (il padre ne aveva avuti diversi…). Giunti al locale pronto soccorso il medico di turno lo fece caricare nell’ambulanza e trasferire in un ospedale attrezzato. Durante il tragitto, notando gli scossoni che la lettiga faceva ad ogni curva chiese al paramedico: -“ Scusa…ma sono veramente così grave?” – Il paramedico lo guardò e rispose. –“ Ma secondo te (sorridendo…) perché stiamo correndo come dei matti in mezzo a questo traffico?” – “ Scusa…non parlo più…”- disse Graziano, e perse i sensi….
Oggi Graziano sta bene. Gli hanno salvato la vita, è tornato in servizio allegro e mattacchione come prima. Ha rinunciato completamente al fumo e ridimensionato il suo rapporto con cibo e vino. Lui stesso ci ha raccontato la sua “disavventura” (ci sarebbero altri dettagli ma la cosa sarebbe troppo lunga….). Disavventura che nasconde una morale, o meglio il segno del destino. Lui è stato ad un passo dalla morte ma, a quanto pare, non era la sua ora. Una serie di circostanze ha fatto sì che tutto andasse per il meglio senza che alcun intoppo trasformasse la storia in tragedia. Il destino ha voluto che quel giorno dovesse lavorare in un luogo dove c’erano altre persone. Spesso nel suo lavoro si trovava a lavorare da solo in piccoli impianti dispersi nelle campagne. Avesse avuto lì il malore nessuno lo avrebbe visto. Il destino ha voluto che quel giorno incrociasse un collega che intuì i sintomi del malore…gli altri non lo avevano notato. Il destino ha voluto che quel giorno nel pronto soccorso (turistico) ci fosse un medico esperto che lo ha mandato immediatamente in un centro specializzato e non semplicemente all’ospedale più vicino. Il destino….
Uno come Graziano non ascolta musica (men che meno Sting) ma forse il suo “cuore inquieto” apprezzerà questa canzone…. “Be Still My Beating Heart”
Farò leggere questa storia a mio padre.
Chissà che possa aiutare a fargli capire quanto fa male il fumo. Ciao
Leggendo le prime righe credevo fosse una storia di fantasia.
Un abbraccio da parte mia al tuo amico.
Una nuova bella Etichetta per il tuo Blog. Continua così.
Piaciuta la foto? 🙂
Ha avuto un gran kulo!
By P.o.P.
Che bella storia Caigo!.. mi ha emozionato! l’hai raccontata così bene.. che ho visto tutta la scena… fino alla fine temevo il peggio… invece.. per fortuna.. ma allora.. secondo te.. il destino esiste?
ti mando un meritato bacio affettuoso
Veramente fortunato.
A pochi capita. Bella storia complimenti.
Mi chiedi se il destino esiste…beh…questa sarebbe una bella domandona da proporre ai nostri amici di YA. 😉
Già gli antichi Greci si ponevano questa domanda (lo cita spesso Omero) figuriamoci se il sottoscritto è in grado di mettere la parola fine in fondo a questo quesito.
Ragionandoci un po’ su potrei dire che siamo “relativamente “padroni del nostro destino: nella storia che ho raccontato Graziano si è trovato più volte di fronte ad un bivio e solo le sue scelte lo hanno portato incontro al suo destino (fortunatamente positivo). Un esempio: quando il capo servizio gli ha chiesto d’andare a vedere il cancello che non funzionava poteva benissimo dire -“ sono in ritardo con i miei lavori programmati, manda un altro…”- e la storia avrebbe preso tutta un’altra piega.
Chissà… il destino potrebbe essere come un dado. Non sappiamo quale numero uscirà, ma siamo sempre noi a lanciarlo.