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Lo chiamiamo turismo?

Qualche mese fa Fidel Castro ebbe dei seri problemi di salute, tanto che si ricominciò a parlare del futuro di Cuba dopo la sua morte. Questo tema interessò anche alcuni utenti di YA che ne discussero in più di un’occasione. Tra queste mi colpì particolarmente una dove l’utente beelzedub rispose affrontando la questione da una prospettiva diversa. Questo attirò la mia attenzione, in particolare alcuni passaggi del suo intervento, ma… andiamo per ordine. Vi propongo il testo della sua risposta e poi proseguiamo…

“Mi fate ridere.
Seduti davanti al vostro pc da 800/1000 euro, con la vostra connessione adsl da 6 mega (se non da 20), col cellulare da 250 euro che sta in ricarica magari insieme con l’Ipod da 80 giga, blaterate delle “conquiste rivoluzionarie ” che il popolo cubano rischia di perdere.
Voi, che se l’adsl rallenta cominciate a tempestare di telefonate la telecom e ve la pigliate con quei poveri peones (in senso buono) che sgobbano per 800 euro al mese, voi DECIDETE che i cubani meritano di vivere nel modo in cui vivono?
Gente costretta a fare il mercato nero con gli stranieri per tirare avanti.
Ragazze che aspettano i ricchi occidentali all’aeroporto (magari gente di 30/40 anni più vecchia di loro) con i fratelli che gli fanno pure da autisti.
Certo, se fate i turisti alla “Gianni Minà”, ospiti dei fratelli Castro e a tavola nei migliori ristoranti o gli invitati alla Maradona, che si va ad operare nella clinica riservata alla nomenklatura cubana, certo in questi casi Cuba è bellissima e i cubani stanno bene.
Peccato che non tutti i cubani si chiamino Minà o Maradona.
Certo è un peccato buttare via anni di conquiste rivoluzionarie.
Magari ricordateglielo ai cubani, mandategli un sms.
Ah craxo, dimenticavo… loro l’sms non lo possono leggere perché il cellulare, anche quello da 30 euro, non se lo possono permettere.
Vabbè allora lasciate stare, continuate a chattare coi vostri amici e quando l’Ipod è carico ascoltate un po’ di salsa e merengue.
PS
Spero che Castro si decida a togliere presto il disturbo e che i cubani prendano a calci in k.u.l.0 quello spacciatore di suo fratello, trovando finalmente la libertà che meritano.”

Come avrete potuto leggere nelle sue parole non c’è niente di “nuovo”, sono tutte cose che in cuor nostro sappiamo ma che spesso fatichiamo a ricordare presi come siamo dalle nostre “cose importanti”. Il passaggio che maggiormente aveva attirato la mia attenzione era quello che faceva riferimento alla questione del turismo sessuale. Proprio in quel periodo un mio conoscente era da poco rientrato da una vacanza a Cuba e, conoscendo il personaggio, posso immaginare benissimo che il suo interesse per l’isola non fosse di tipo culturale o naturalistico, ne tanto meno balneare considerando che vive a pochi metri dall’adriatico. Il mio primo impatto con questo malcostume tutto italiano (sembra ci “battano” solo i tedeschi…) lo ebbi quando lavorai per un breve periodo come stagionale per le Poste. Nel mio “giro” dovevo consegnare la posta anche presso una piccola azienda dove si trovava una giovanissima ragazza Tailandese (la sua famiglia gli scriveva spesso…). Fu così che venni a sapere dei vizi del titolare dell’azienda. Questo, di tanto in tanto, partiva per il lontano oriente; tornava indietro in compagnia di qualche giovane e bella ragazza, la teneva con se per qualche mese e poi la rispediva a casa senza tanti complimenti, pronto a sostituirla con una nuova. Ebbi modo di scambiare poche parole con la “ragazza di turno” ma fu sufficiente per capire che lei non era venuta in Italia affascinata da quel “bel” esemplare di maschio latino o chissà che…ma solo per sfamare la propria famiglia. Per me che la Tailandia ha sempre rappresentato uno dei miei sogni per fascino e cultura fu quasi uno schiaffo alla mia sensibilità. Per fortuna esiste anche un altro modo di vivere questa terra lontana e di questa informazione devo ringraziare il mio geometra; assiduo frequentatore del paese sia con amici sia (in seguito) con famiglia. Ma dei suoi (bei) racconti di viaggio vi parlerò un’altra volta. Purtroppo non tutti vivono in modo “sano” il turismo verso paesi come Cuba, Brasile, Tailandia e, più recentemente; l’est europeo… alcuni sono posseduti da un tarlo che li costringe (passatemi il termine) a dover umiliare la gente del luogo per sentirsi appagati. Mah…sarò forse l’ultimo degli ingenui ma queste cose ancora non riesco a capirle. Non mi verranno a dire che questi comportamenti sono il frutto di un’infanzia infelice! Se qualcuno ha la soluzione a questo rompicapo si faccia avanti. Io per il momento mi sono arreso…

Appendice: Gli uomini deviati sono figli di cattive madri… Questo commento inserito nel post da un anonimo mi ha fatto riflettere, così ho deciso di porlo come domanda su Answers. Ne è uscito qualcosa d’interessante se volete leggerlo in questo link

9 pensieri riguardo “Lo chiamiamo turismo?

  • Ma quel porco dell’azienda non ha ancora trovato nessuno che lo meni per bene.
    Sai bene come la penso.
    Ciao Caigo

    Rispondi
  • Qualche anno fa sono stato in Brasile con i miei genitori. Ho ben presente quei bavosi che girano per le spiagge in cerca di ragazzine.
    Però è vero che sono i tedeschi quelli più assatanati, almeno per quello che visto io.

    Rispondi
  • Concordo con il pensiero del sig. belzeedub su tutta la linea!
    Non ti dico cosa penso di quel tipo che usava le ragazze usa e getta perchè saresti costretto a censurarmi.

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  • amaraMiao

    ..ne parlavo proprio oggi con una mia amica che ha seguito un gruppo in un viaggio in Brasile.. mi diceva che sull’aereo erano tutti uomini…
    che devo dirti.. da un punto di vista politico non mi addentro perchè troppo ignorante.. per il resto.. è ovvio che come donna.. avrei parecchio da dire… ma mi limito a questo.. se ci fossero più uomini come te, come mio marito e come, per fortuna, molti altri che conosco… le cose sarebbero diverse… credo ci vorrà ancora mooolto tempo.. tutto inizia in famiglia è lì che si insegna il rispetto… la vedo dura….
    ciao Caigo

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  • Anonymous

    Gli uomini deviati sono figli di cattive madri

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  • E delle ragazzine dell’est che troviamo di sera sulle nostre strade strade che vogliamo dire? Non serve andare a Cuba per trovare facili emozioni! Ma queste persone non pensano che potrebbero essere le loro figlie queste amanti di una sola ora?

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  • Anonymous

    E si fanno pure fotografare! 🙁

    By P.o.P.

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  • Anonymous

    Anche nelle nostre città ci sono donne pronte a vendersi per dar da mangiare ai loro figli, altro che cuba o brasile.

    (inside free)

    Rispondi
  • Anonymous

    Io lavoro in una agenzia turistica e questi gentiluomini ormai li riconosco subito.
    Sono già eccitati alla sola idea di prenotare il volo. Squallidi!

    Rispondi

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