Lavorare in Russia grazie a Berlusconi
Immagina di essere un imprenditore. La tua è un’azienda con alcune decine di dipendenti.
Immagina che il lavoro negli ultimi tempi sia calato sensibilmente (cosa abbastanza scontata purtroppo).
Immagina di voler cercare nuove opportunità di mercato all’estero.
Immagina che per il tuo settore di lavoro queste opportunità ci siano e si trovino in Russia. Sei pronto per questa nuova avventura? Certamente come imprenditore lo sei ma ritieni di poter entrare nel mercato Russo senza problemi?
Per toglierti questo dubbio la soluzione c’è. Un gentile intermediario si offrirà di organizzarti un incontro con Silvio Berlusconi che, grazie alle sue amicizie (Putin & co.), ti garantirà l’accesso a quel mercato.
Realtà o “nuova leggenda?”. Stando alle parole di un imprenditore della mia zona risulterebbe tutto vero. E voi? Dalle vostre parti qualcuno si è trovato nella stessa situazione?
La possibilità di andare a lavorare in Russia è il risultato della feroce battaglia a favore della globalizzazione voluta dal regime con l’appoggio dei sindacati.
Certo, un imprenditore può trasferire la sua azienda fuori dai confini nazionali, beneficiando così di una manodopera a basso costo, ma non giova a un lavoratore italiano che percepirebbe un salario non superiore a 2/300 euro.
Non è stato Berlusconi a volere la globalizzazione, che permette inoltre a tanti immigrati di togliere il lavoro agli Italiani, ma tutti i partiti di sinistra e le organizzazioni sindacali, sedicenti difensori dei lavoratori, che hanno ridotto il popolo italiano all’agonia.
– da COCOMIND.com – La voce del dissenso
Non ho sentito nulla del genere ma sono convinto che dietro l’amicizia Berlusconi-Putin ci siano grossi interessi economici.
@ Piero Paris: Andiamo un po’ fuori tema.
L’imprenditore che cito è completamente “made in italy”.
Il suo intento è quello di vendere ai Russi i suoi prodotti realizzati nella sua azienda.
In Russia si limiterebbe” all’assemblaggio”.
@ franco ruggeri: Un pensiero comune a tanti…..
Avevo già sentito qualcosa del genere, le voci girano anche da me ma non ho testimonianze dirette. Nessun imprenditore che io conosca. E’ anche vero che io conosco sono titolari di piccole aziende a conduzione famigliare, nessuna con più di 10 dipendenti.
Forse sono troppo piccole per avventurarsi all’estero.
E’ la regola dell’aiutino e sarà sempre così. 🙁
L’imprenditore paga in denaro, l’intermediario paga in topa! 🙄
Non ne ho mai sentito parlare…ma pare una bufala!
Ho dei conoscenti che hanno aperto un’attività in carinzia senza bisogno di nessun intermediario.
Storia diversa invece per chi è andato in romania e nella rep ceca, li c’è stato bisogno dell’intermediario ma attenzione! Ci sono state anche delle truffe! 🙁
@ Sig Giovanni: Si, una ditta molto piccola non ha interesse ad imbarcarsi in una tale esperienza.
@ dexter: L’aiutino ci può anche stare purché fatto dentro le regole.
@ amistad: Dici? 😀
@ semplice: Sulla figura dell’imprenditore ho fonti certe, sulla storia dell’intermediario pure. Il dubbio, caso mai, è se quest’ultimo ha reali contatti con il cavaliere oppure no.
@ mex: In Carinzia ci sono delle agevolazioni comunque legate all’apertura di nuove aziende (e come ho già detto non è questo il caso), per quanto riguarda le possibili truffe confermo la tua testimonianza. Anche da me c’è chi ci a rimesso dei soldi in Repubblica Ceca (edilizia).
Personalmente preferisco mangiare pane e cipolla a casa mia piuttosto che pollo arrosto in altri paesi.
@ grazia: Concetto chiarissimo! 🙂
Della serie: la globalizzazione del magna magna 😉
Infatti penso che la bufala sia sul contatto dell’intermediario con il Berlusca! Il suo nome potrebbe essere solo l’esca….
Ci capisco poco…. Va bene se ti auguro buon fine settimana? 😀
@ Skip: Senza magna magna non si scomodano di certo.
@ semplice: Magari tra u po’ averemo qualche conferma in merito.
@ io ganimede: Per me ormai è lunedì ma va benissimo!! 😀