Quelli che fumano roba buona

erbaPer una curiosa coincidenza, in un paio di blog che abitualmente frequento, nei giorni scorsi si è parlato di droga.
Nel primo (Baol) lo spunto di riflessione era la “moda” di leccare i rospi allucinogeni, nel secondo (Mara) l’ennesimo caso di ragazzi intossicati dopo aver bevuto un decotto ottenuto dal famigerato Stramonio, pianta del genere Datura conosciuta anche come “Yerba del Diablo”. Ricordate? C’era pure una canzone nei primi anni 90.
A tal proposito ogni volta che leggo di questi casi d’intossicazione non posso fare a meno di stupirmi per la testardaggine di quelli che s’inventano di maneggiare questa pianta.
Lo Stramonio è intelligente (lui) e ti dice “lasciami stare, non mi toccare”. Dire che puzza è poco, non a caso dalle mie parti è conosciuta con il nome di “spusèra”! Fate voi.
Tutte queste premesse mi hanno fatto tornare in mente un episodio che forse dimostra come le droghe, in fondo, si annidino nel nostro cervello.
Ebbene. Immaginate di trovarvi ad un festival di musica rock. Lo spettacolo va avanti da ore e le band si alternano sul palco, voi decidete di sgranchirvi le gambe facendo una bella camminata. Ad un tratto si avvicinano dei ragazzi ed uno vi chiede «Hei amico! Hai del fumo? Fumo! Fumo!» continua a ripetervi facendo un gesto inequivocabile con le dite davanti alla bocca.
Forse pensa che siate tonti o sballati e ci tiene a farsi capire.
State per dire che non ne avete e che l’articolo non v’interessa quando, d’improvviso, un vostro amico vi anticipa e dice «Si. Aspettate qui, torno subito!». Stupiti lo vedete andar via e di li a poco tornare con un pacchettino di carta stagnola tra le mani. Lo consegna ai ragazzi che lo ringraziano con delle calorose pacche sulla spalla e si allontanano saltellando felici come bambini.
Rimasti soli fissate silenziosi il vostro amico. «Che c’è da guardare? Sono andato a prendere un pezzo di carta stagnola che abbiamo usato per avvolgere i nostri panini e ci ho messo dentro delle foglie di platano sminuzzate che ho raccolto vicino alla recinzione».
Un genio? Un pazzo? E se quelli si accorgono di essere stati presi in giro?
I vostri dubbi durano solo pochi minuti. Proseguendo nella vostra passeggiata ritrovate i ragazzi appartati in angolo. Stanno seduti in cerchio e si stanno passando una canna. Uno vi riconosce e vi saluta con un cenno della mano.
Si si… ciao belli!

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12 commenti

  1. Spusera vuol dire puzzolente, giusto?
    Mi spieghi una cosa? Come fai a pubblicare i post sempre alle ore 17:00? Stai ogni volta li davanti al pc al aspettare che scatti l’ora esatta? 🙂

  2. @ campanellino: Spusèra = Puzza, puzzolente.
    Ti svelo un segreto, ma che resti tra di noi! 😉 Raramente scrivo gli articoli “in diretta”. Quasi sempre sono scritti il giorno prima, a volte anche molti giorni prima.
    Poi, per una mia convenzione senza un vero motivo 😛 la programma per il giorno “X” alle ore 17:00. Tutto qui.
    @ Sig Giovanni: Presumo siano platani del tutto normali. Mi correggo. Non ho mai fumato in vita mia quindi non ho motivo di dubitare della “normalità” delle foglie di platano.
    Se qualche fumatore ci volesse aiutare e testare questo tabacco alternativo si faccia avanti. 😉
    [mi reclamano, per stasera chiudo…]

  3. Quei ragazzi si sono letteralmente trovati con il fumo negli occhi! 😆
    Ma come hanno fatto a non capire che si trattava di semplici foglie di platano e non di erba? Potevate dargli delle foglie di alloro per lo meno erano aromatizzate. 😀

  4. Da giovani si fanno tante sciocchezze. Immagina se quei ragazzi oggi leggessero il tuo racconto, secondo si vergognerebbero o la prenderebbero a ridere?

  5. “Datura” ultimo libro di poesie di Patrizia Cavalli, balsamico, altroché stramonio! 🙂

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