20 Giugno 2025

Siete pronti a viaggiare nel tempo? Nel 2018 fece scalpore la scoperta che una tredicenne, vissuta 90.000 anni fa nella grotta di Denisova sui monti Altai, in Asia centrale, aveva avuto il padre e la madre di due specie umane differenti: il suo Dna era per metà neandertaliano e per metà denisovano, cioè appartenente a una forma umana asiatica del genere Homo di cui ancora sappiamo poco. Il rinvenimento pose subito un dilemma: o i ricercatori erano stati molto fortunati e avevano trovato l’equivalente di un ago in un pagliaio; oppure gli accoppiamenti tra specie diverse erano molto più frequenti di quanto avessimo mai sospettato. In quella grotta, peraltro, abitarono anche gruppi di Homo sapiens.
Per noi oggi è quasi impossibile immaginare un essere umano ibrido, ma in passato fu per lungo tempo la norma. Su «Nature» e «Science» di dicembre 2024 leggiamo che i nostri antenati usciti dall’Africa e i Neanderthal vissero a lungo negli stessi territori in Eurasia e che nell’ultima fase fecero figli insieme almeno per 7000 anni. Era insomma normale che succedesse e in quel periodo storico (fra 50.500 e 43.500 anni fa) un nostro antenato su venti era neandertaliano. Alcuni gruppi di Homo sapiens, in Europa centrale e orientale, si ibridarono anche più assiduamente coni Neanderthal della regione intorno a 46.000 anni fa, ma poi per motivi sconosciuti non lasciarono discendenti.
Sono scoperte avvincenti che negli ultimi anni si sono succedute a ritmo incalzante. Le altre specie umane erano intelligenti, ben adattate al loro ambiente, socialmente organizzate e anche capaci di espressioni simboliche ed estetiche. I cuccioli ibridi erano evidentemente sani, fertili e accolti dalle tribù di riferimento, al punto da avere a loro volta una discendenza. Altrimenti oggi non avremmo una situazione per cui tutte le popolazioni umane moderne, fuori dall’Africa, hanno nel loro Dna piccoli frammenti sparsi neandertaliani e denisovani. Quindi i frutti di quegli accoppiamenti ibridi si riprodussero a loro volta e divennero nostri antenati diretti. Siamo figli delle ibridazioni tra una molteplicità di specie umane.
Tra migrazioni, ibridazioni, cambiamenti climatici e alberi genealogici di specie, in questo libro proveremo a raccontare gli ultimi aggiornamenti scientifici su alcune domande affascinanti che riguardano le nostre origini. Come è nata la specie umana? Quando è uscita dall’Africa? Cosa è successo quando ha incontrato altre forme umane recenti? Da dove venivano queste ultime e perché a un certo punto, tutte insieme, si estinsero? E dunque, perché siamo rimasti l’unica specie umana sulla Terra 40 millenni fa? La nostra idea è che dalle risposte a queste domande possano derivare indicazioni preziose per capire che cosa rende unici (cioè diversi a modo nostro, non speciali né superiori) noi Homo sapiens, come entriamo in relazione con l’ambiente e con i nostri simili, in che modo possiamo imparare dai nostri difetti e indirizzare al meglio il futuro.
La nostra specie è nata certamente in Africa, ma il come e il quando sono ancora oggetto di dibattito e ricerche. Intorno a 300 millenni fa, nel sito di febel Irhoud in Marocco e poco dopo in Sudafrica, cominciano a emergere alcuni tratti tipici di Homo sapiens, nella dentatura, nella forma del cranio e della faccia. Tuttavia, la morfologia completamente attribuibile alla nostra specie si stabilizza, un centinaio di millenni dopo, in Africa centro-orientale, da decenni considerata la culla dell’umanità. Pertanto non è ancora chiaro se la nostra fu una speciazione graduale e multiregionale (cioè avvenuta in parallelo in diverse regioni del continente africano) oppure punteggiata, cioè più veloce, e localizzata intorno al Corno d’Africa.
Anche le uscite dall’Africa sono ancora da chiarire. Negli ultimi anni sono state raccolte evidenze circa possibili espansioni di popolazioni con i tratti tipici della nostra specie già in epoche remote, più di 130.000 anni fa almeno, in Medio Oriente, Europa e Cina. Ma è pure ben documentato geneticamente il fatto che tutti gli esseri umani moderni fuori dall’Africa discendono da un singolo gruppo di pionieri migrati fuori dal continente in tempi successivi, fra 70000 e 60000 anni fa divisosi poi in tante bande nomadi.

2 thoughts on “DOVE COMINCIA L’UOMO – Telmo Pievani e Giuseppe Remuzzi

  1. Ma tu mica ascolti Uno, Nessuno, 100Milan per caso? I due che citi nel titolo sono a volte ospiti di Milan nella sua trasmissione, ed io rimango come estasiato ogni volta che ascolto il prof. Remuzzi.

    1. Radio24? 😀 Conosco il programma di Milan ma trasmette in un orario dove sono impegnato al lavoro. Dovrei riuscire ad ascoltarlo attraverso il podcast.

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