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13 commenti

  1. Qui per il rispetto di tutti tolgono i crocifissi? Prova ad aprire una chiesa cattolica in un paese islamico e vedi se provano lo stesso rispetto!

  2. …mmmmmmm….anche io chiedo lumi sui lombrichi. Tanto per cominciare : sono i buoni o i cattivi? Non lo capisco. Scusa , ma sto sclerando…perso illuminazione..

  3. “Ma attenzione: a furia di cancellare i simboli di una cultura, si finirebbe col cancellare anche la cultura che li ha prodotti. E questo è un male, un attentato alla vita civile di un luogo e di un popolo. Non bisogna togliere i simboli, culturali o religiosi che siano, ma semmai aumentarli! La diversità è infatti una ricchezza per una società laica e democratica: essere “laici” e “democratici” a nostro parere non significa appiattire la società e togliere alle persone ogni loro simbologia (ogni simbolo ha dietro di sé uno o più valori!), quanto garantire una convivenza e una integrazione pacifica e arricchente delle diversità, rispettando la storia e la tradizione dei popoli: non si può negare che il crocifisso “abbia fatto” e “faccia” le nostre società europee. ” Michele Zanzucchi

    “E’ bello capirsi senza essere uguali” G.T.

  4. Personalmente sono molto lontano dal mondo-chiesa ma tutto questa “neutralità” fatico a capirla. Per assurdo…in futuro arriveremo a coprire chiese e campanili per non ferire la sensibilità altrui? Spero di no…

  5. Sono per uno stato laico e trovo quindi sbagliato usare simboli religiosi in spazi pubblici. Qui si parla di scuole e non di vita civile quotidiana.
    Francamente io tutti sti attacchi al cristianesimo (in italia) non li vedo… mentre vedo molti attacchi da alcuni esponenti del cristianesimo a cose che io considero invece diritti inalienabili. Mi sembra che si stia affermando un concetto un po’ “distorto” di accanimento… non mi sembra che in Italia si brucino le chiese o si menino i preti… anzi, mi sembra che li si finanzi pure con soldi pubblici…

  6. Avere gli tutti stessi diritti non significa essere tutti uguali, la storia ce lo ha insegnato….ma forse qualcuno non ha appreso!

  7. «Mi domando se la signora di origini finlandesi che ha chiesto la rimozione del crocifisso da una scuola italiana abbia chiesto al governo del suo Paese di togliere il simbolo della croce dalla bandiera nazionale».

    La bandiera della Finlandia (nome ufficiale siniristilippu, lett. “bandiera dalla croce blu”) è stata adottata ufficialmente il 29 maggio 1918.

  8. Allora aboliamo calendari, affreschi e domeniche
    di Andrea Tornielli

    Caro Direttore,
    la sentenza della Corte di Strasburgo mi ha finalmente aperto gli occhi. L’Italia deve svegliarsi dal suo medioevale torpore e imparare dalle avanguardie europee. Diciamola tutta: è l’ora di finirla con quest’Italietta cattolica, con questo Paese di campanili, con il frusciar di tonache pretesche e d’ingerenze cardinalizie a ogni piè sospinto.
    Finalmente c’è un giudice a Berlino che riconosce l’inaudita violenza alla quale sono stati sottoposti fin dalla fondazione dello Stato unitario generazioni di studenti, costretti a incrociare con lo sguardo svogliato, quei due pezzi di legno inchiodati al muro. È ora di liberarsi da questi fardelli del passato, la cristianità è tramontata, la Repubblica è laica, i cristiani tengano i crocifissi in casa o in chiesa, non pretendano di imporli a scuola e negli uffici in pubblici né tantomeno nelle aule di giustizia dove vengono giudicati i poveri cristi.
    La battaglia per la libertà dal giogo della religione è però appena cominciata. Questo è soltanto un primo, timido ma necessario passo. Te ne suggerisco qualche altro. Non basterà abolire, come tu stesso hai ricordato, il simbolo della Croce Rossa su fondo bianco, ormai tradizionale emblema delle istituzioni ospedaliere. Bisognerà porre la questione ormai irrinunciabile, del computo del tempo. Ti pare corretto che io, laico, sia costretto per un’assurda convenzione d’antan a calcolare gli anni dalla data nascita di un ebreo marginale e irrilevante, venuto al mondo in un villaggio agli estremi confini dell’Impero romano? Ti pare giusto che io debba riferirmi a quella nascita ogni qual volta spedisco un’email, scrivo una lettera, pianifico una vacanza o leggo un giornale? Sopruso insopportabile: son costretto a riferirmi a Gesù ogni santo giorno e più volte al giorno. L’Europa dovrebbe studiare un calendario veramente laico e condiviso, che faccia piazza pulita di queste convenzioni religiose di parte. Si potrebbe ricominciare a contare gli anni dalla fondazione di Roma (ma i laziali saranno d’accordo?) o meglio inventare una data di partenza ex novo.
    E poi, vogliamo parlare della domenica? Si continua a chiamarla così, vale a dire dies Domini, giorno del Signore, e sono costretti a festeggiarla tutti, anche i non credenti, quando è risaputo che in questo giorno si ricorda la resurrezione del suddetto ebreo marginale nato in Giudea un paio di millenni fa. Perché favorire quei cattolici (sempre meno), che usano di quel giorno per le loro pratiche religiose di precetto? Noi laici dovremmo ribellarci, e chiedere all’Europa di istituire il fine settimana il martedì (non il mercoledì, sennò favoriamo quelli che vanno all’udienza del Papa), equidistante sia dalla domenica cristiana sia dal venerdì islamico e dal sabato ebraico. Non parliamo poi di feste quali il Natale o la Pasqua, così smaccatamente cristiane. Basta con l’ipocrisia di trasformarle in feste dei buoni sentimenti o della primavera: si aboliscano. E i cristiani che vogliono andare a messa si prendano un giorno di ferie.
    Ancora. Vogliamo finirla con le scuole pubbliche e le vie intitolate ai santi? Perché mai una scuola statale dovrebbe chiamarsi «Francesco d’Assisi»? La famiglia benestante potrebbe risentirsi, non ritenendo quello di San Francesco un modello in linea con la new economy, come pure potrebbe non essere d’accordo la famiglia del cacciatore, che agli uccellini e ai lupi preferisce sparare piuttosto che parlare. E i troppi affreschi esposti in luogo pubblico, così irritanti per il loro contenuto ostentatamente religioso? E i campanili che svettano fastidiosamente, impossibili da non notarsi, anche quando si percorre l’autostrada? Non si potrebbero oscurare con appositi pannelli? Chi pensa ai miei diritti di laico quando passeggiando per i sentieri di montagna m’imbatto in quelle edicole con l’effigie della Madonna (la madre dell’ebreo marginale di cui sopra)? E perché in cima alle montagne ci si deve andare per forza a piantare una croce?Infine, bisognerà pur affrontare anche il problema di certi simboli matematici. Il segno del «più», lo sanno tutti, è una croce bell’e buona. Anche il segno del «per» lo è, infatti quella è la forma della croce di Sant’Andrea. Troviamo un’alternativa, per non offendere i laici che impegnati in un calcolo algebrico, potrebbero perdere la loro concentrazione soffermandosi su quel segno. Un segno che li potrebbe distrarre, ricordando le crociate, le battaglie contro gli arabi musulmani ai quali dobbiamo, tra l’altro, proprio i numeri che utilizziamo ogni giorno. Forse in nome della laicità, e per non sembrare di prendercela solo con i cristiani, sarebbe meglio abolire pure i sincretisici numeri indo-arabici e tornare ai vecchi numeri romani. Mi fermo qui, perché ho già scritto troppo, per l’esattezza LXXIX righe.

  9. Da prete posso dire che mi piacerebbe che la mia gente seguisse il Crocifisso piuttosto che appenderlo da qualche parte senza che questo cambi di un briciolo la loro vita… e forse il primo a doverlo seguire di più sono proprio io che il crocifisso lo porto appeso al collo…

  10. @ semplice -Acuta osservazione, non avevo considerato la questione “bandiera”.
    Non conosco i dettagli della vicenda ma sospetto che questa signora abbia agito più per ideologia che per principio, quindi bandiera e nazionalità potrebbero contare poco.
    @ don luca – da agnostico condivido in pieno le tue parole. Ammiro le persone che hanno fede ma proprio per questo sono molto…”esigente”. Gradirei maggiore coerenza nelle parole/azioni di chi si dichiara credente.
    La fede di comodo non fa bene a nessuno.

  11. il crocifisso si può togliere ; ma non con le motivazioni date dalla Corte per cui sarebbe una minaccia alla libertà religiosa e al diritto dei genitori di scelgiere come educare i figli
    Se qualcuno si sente minacciato dalla presenza del crocifisso il problema risiede in lui e non nella croce

    Negli scontri ideologici tra integralismo laicista e cattolico il crocifisso è solo un espediente

    L’Europa fessa contro il crocifisso nelle scuole.

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