Un giorno di ordinaria burocrazia

Mi pongo una domanda: ma le persone che di mestiere (orrida definizione) creano leggi, regolamenti e tutto quello che in genere dovrebbe organizzare la vita di noi cittadini, hanno idea di come queste loro creazione si possano applicare nella vita reale? In questi giorni sto collaudando personalmente una di queste genialate.

Un mio familiare ha bisogno di un ricovero ospedaliero. Con il nostro medico concordiamo che la migliore soluzione per il caso sia il ricovero presso una casa di cura convenzionata della zona. La struttura è attrezzata allo scopo e, cosa non di poco conto, quando in passato abbiamo avuto a che fare con questo presidio ci siamo trovati sempre bene. Così di primo mattino ci rechiamo presso lo studio del nostro medico che ci ha già preparato la carta impegnativa di ricovero e con questa ci rechiamo in casa di cura. Ci presentiamo in reparto dal caposala che, in base a tutta una serie di bla-bla-bla di normative restrittive della sanità, non può procedere al ricovero perché il testo dell’impegnativa è “troppo generico”. Facciamo presente che se il nostro medico avesse la risposta precisa al problema forse il ricovero non sarebbe neppure necessario, probabilmente gli basterebbe prescrivere una cura mirata. Il caposala ci da ragione ma purtroppo ha le mani legate; ci consiglia di recarci presso un pronto soccorso e presentare li il nostro problema. Solo tornando con una carta rilasciata dal pronto soccorso si potrà procedere al ricovero. Raggiungiamo il più vicino pronto soccorso e raccontiamo la nostra storia. Anche li il personale si dimostra comprensivo e solidale ma ammette di non avere la soluzione per noi. L’unica cosa da fare è passare la patata al loro primario, l’unico che può sbloccare il tutto. Non dimentichiamo che ci troviamo in un pronto soccorso…armiamoci di pazienza, sarà lunga.

Dopo un paio d’ore (botta di culo?) otteniamo la tanto sospirata carta che portiamo in casa di cura con l’orgoglio pari a quello di un tedoforo con la sua fiaccola olimpica e possiamo finalmente concludere la pratica ricovero. Ora inizia la parte ospedaliera della storia ma questo, per quanto sgradevole, è un aspetto che siamo disposti ad accettare; l’ospedale non è un luogo di villeggiatura. Ci “consola” il fatto che il personale si dimostra comprensivo e (auguriamoci) competente…non è poco.

A concludere: se vogliamo essere precisi anche in casa di cura c’è stato un piccolo episodio che mi ha fatto pensare. Mentre in reparto si procedeva al ricovero il caposala mi ha mandato in accettazione a chiudere la parte “burocratica”. Consegno un foglio all’impiegato che inizia a scrivere (?) sul suo computer. Dopo qualche interminabile minuto mi dice: – “Può darmi indirizzo ed un numero di telefono?” – Vorrei dirgli che indirizzo e telefono sono scritti ed evidenziati in grassetto sul foglio che gli ho consegnato e che ha guardato più volte mentre scriveva. Non ci sono problemi…gli dico indirizzo e telefono. L’impiegato ricomincia a scrivere ma dopo alcuni istanti mi chiede: – “Può ripetermi il suo indirizzo e numero di telefono?”- Mi sorge un dubbio; che mi stia facendo un test? 😯  Decido di lasciar perdere, in quel momento il mio unico pensiero è quello di finire tutto alla svelta. E’ tutta la mattina che giro e gli altri miei impegni non possono più aspettare. Finalmente l’impiegato finisce di scrivere e manda in stampa i documenti da riconsegnare in reparto. Mi fa firmare anche un paio di fogli; lo ammetto, li ho letti modo distratto, ma se ho afferrato il senso si parla di “trattamento dei dati personali”. Ha del grottesco se pensiamo che mi ha fatto ripetere ben due volte ad alta voce in mezzo ad un sacco di gente in fila il mio indirizzo e numero di telefono. Privacy? 🙄


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8 commenti

  1. Capisco che spesso la burocrazia impedisca il fruire delle cose…ma per quanto riguarda i ricoveri ospedalieri diciamo programmati e quindi non le urgenze è necessario effettivamente capire la reale necessita’ di cio’. I medici curanti ahime’, non sara’ il tuo caso, spesso per compiacere pazienti e parenti prescrivono di tutto di piu’….dai farmaci alle visite specialistiche terapie fantomatiche, esami e altro ancora non per necessita’ effettiva ma per non perdere (economicamente) il paziente. Questi arrivano in ambulatorio e sanno tutto o almeno credono di sapere tutto perchè hanno letto su internet, su quel giornale specializzato e cosi’ via…tutti sono laureati in medicina e se il medico non avvalora le loro idee e non prescrive qualcosa non sono contenti. La maggior informazione è una cosa positiva anche perchè ha fatto scendere dal piedistallo una professione fino ad ora intoccabile e con la verità in bocca, pero’ ha tutto c’è un limite e la burocrazia in materia sanitaria è il limite: permette ai medici di non fare come gli pare e ricoverare (ricordo he il ricovero ospedaliero è molto costoso) per qualunque cosa e ai cittadini di non chiedere come dovuto qualunque cosa. Ad esempio il ticket viene praticato non solo per finanzire le casse ma anche come deterrente per esami superflui…solamente chi ne avra’ veramente bisogno si sottoporra’ all’esame o alla visita specialistica. Quando le cose sono gratis invece…Se fossimo piu'”civili” non ce ne sarebbe bisogno, ma questa è un’altra cosa.
    Molti accertamenti si possono fare anche in day Hospital e molte cure agli anziani si possono fare a domicilio. In Toscana l’assistenza e le cure domiciliari sono anni che vengono praticate, forse non è così nelle altre regioni.
    Auguri al tuo familiare e speriamo che dal ricovero ne tragga beneficio la sua salute.

  2. Stai parlando di tua mamma vero? Un bacione da parte mia.
    semplice ha ragione. Nella sanità sono stati buttati via tantissimi soldi e adesso ne paghiamo tutti le conseguenze. Il fatto poi che la salute sia stata affidata alle regioni secondo me non aiuta. Si sono creati dei doppioni amministrativi dove alcuni (pochi) funzionano ben mentre gli altri *****
    Stendiamo un velo pietoso.
    Ciao Caiguccio.

  3. La colpa fondamentalmente è tua : pretendi di avere fretta perchè giustamente hai altri impegni e lo pretendi perchè sei così ingenuo da pensare che siamo nell’era dell’informatizzazione e certe cose si potrebbero fare con un clic . Ma sbagli : non lo sai che ogni volta che si va per uffici o vari bisogna prendere un giorno di ferie??? La burocrazia non viaggia di pari passo con i tempi…
    Auguri.

  4. @ semplice: il mio è un medico “vecchia scuola”. Piagnoni e professori li liquida in due minuti. E visita pure…non sene sta dall’altra parte della scrivania come sembra facciano tanti altri. Sulla “civiltà” con me sfondi una porta aperta..ormai non mi stupisco quasi più di nulla.
    @ mexico: sei una maghetta 🙂
    @ aleph: nel mio lavoro da me si pretende. Non funziona così anche negli altri settori? 😉 (arrivo da un altro pianeta).
    In quanto alla burocrazia quello che mi da fastidio è l’uso “portettivo del termine”. Si dice “colpa della burocrazia”….un corno! Dietro ci sono persone. Nomi e cognomi.
    @ tutti: grazie degli auguri…ora torno ad eclissarmi per un po’.
    Ciao

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