Storie

Ragazzo mio, te la scordi la paghetta!

Prime domeniche di sole, prime passeggiate sul lungomare, e primo caffè bevuto al chiosco, ovviamente con le regole della distanza sociale.
Si scambiano anche le prime chiacchiere al bancone e si sentono le chiacchiere degli altri.
Vicino a me c’è un uomo che sta parlando con una donna (moglie, amica…non so) ed agita la mano verso la gente “assembrata” sulla rima del mare.
«Vedi? – dice – Li vedi questi stupidi? Non hanno capito niente! (indica un gruppo di ragazzi, bottiglie alla mano, abbracci e zero mascherine, o forse in tasca che ridono e scherzano) – Capisco che si debba tornare alla vita normale, ma non così, non ora!
Loro sono giovani e forti, magari in caso di contagio se la caveranno con due starnuti ma i loro genitori? I loro nonni? Magari domani andranno a trovarli per avere la paghetta! (Il tono della voce è visibilmente alterato) Ed in cambio regaleranno loro un bel virus.
Ormai è una guerra generazionale. I ventenni odiano gli over cinquanta, li accusano d’avergli rubato il futuro! Ma intanto gli sta bene farsi lavare, stirare, nutrire dai genitori e farsi comprare uno smartphone all’anno dai nonni!
Nonni che dopo dovrò seguire io (dalle poche parole che la donna accanto a lui inserisce nel dialogo mi sembra di capire che l’uomo sia un anestesista). Ho perso due colleghi a causa di questa merda ed è così che vengono onorati?
Se mio figlio diventa così, ragazzo mio, te la scordi la paghetta! Vitto, alloggio, scuola, salute e stop! Gli extra te li guadagni raccogliendo pomodori!».
Si allontana continuando a brontolare mentre la donna cerca di tranquillizzarlo.
La ragazza al bancone mi guarda e dice «Non so che dire, ha esagerato ma ha pure ragione».
Rispondo che probabilmente la sua rabbia è frutto della stanchezza accumulata in questi mesi. Lo dobbiamo/possiamo capire e speriamo che il suo pessimismo venga smentito dai fatti. Speriamo

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